11 giu 2015

La chiffon cake, croce e delizia

La mia amica Giulia, la stessa colpevole di aver rinfocolato il mio amore per la lana, mi ha fatto provare dal vivo la chiffon cake.

Fino a quel momento avevo sentito parlare sì di questa torta ma non mi aveva attirato più di tanto. Sarà che veniva messa sempre in tandem con la camy cream che è una roba di un grasso infinito e che (detto tra noi) a me non piace. Per osmosi non mi piaceva neanche la chiffon cake.

Che mi stavo negando!

Ok, una libidine. Ok, semplice da far vergognare il reperire la forma speciale per la chiffon cake (almeno se sei a Roma), meno semplice riuscire ad imbroccare la formula giusta.

Prima volta: torta splendida, morbida, spumosa. La chiffon cake

Seconda volta: implosa... si è gonfiata e poi e crollata su se stessa.
Terza volta: riuscita
Quarta volta: arimplosa... non solo... questa volta ha fatto stile Alien, con brandelli di torta per tutto il forno ed un inconfondibile sapore di meringa.

Mmmh.. superato lo shock e lo scoramento iniziale mi sono chiesta se il sapore di meringa non fosse indicativo che qualcosa non era andato per il verso giusto al momento di incorporare le bianche.

Su internet non esiste nessun caso simile al mio... il che ha aumentato il mio scoramento... ma sono solo io l'imbranata che deprime le torte?!? Non è che vado lì e gli leggo "i fratelli Karamazov" eh... non gli leggo neanche libri comici,s e è per questo. Dopo il primo flop ho adottato tutti gli accorgimenti tipici dei superstiziosi... ho pure urlato a marito che è passato davanti al forno e ha guardato dentro... PAZZO!

Cmq dopo essere andata a piangere sulla spalla di Giulia (quindi oltre allo scoramento ci aggiungiamo una notevole perdita di quel poco di faccia che m'era rimasta) sono giunta alla conclusione che è di cruciale importanza la consistenza dell'impasto. Una delle sue volte che ho fatto il casino è stato quando ho usato la frusta a mano... e non ho lavorato abbastanza la parte liquida, che dev'essere non solo amalgamata ma proprio spumosa. La parte asciutta va messa poco alla volta in modo che non faccia il "malloppone" come invece mi aveva fatto in quelle due occasioni in cui non era venuta. POI, a impasto praticamente giù quasi liquido si incorporano le bianche montate a neve fermissima... Insomma, l'impasto dev'essere quasi liquido (vabbè diciamo liquido, su) e gonfio. Giulia consiglia di metterlo nella forma a cucchiaiate, non rovesciato dentro, perchè smonta meno. In effetti rimane spumosissimo.

Non vi preoccupate se è liquido, non cola fuori dalla forma (che ha la parte rimuovibile e potrebbe far temere perdite) se la torta non la spostate tenendola dal fondo (come dire... NON è una mossa saggia) fila tutto liscio.

Ah, e assolutamente non preoccupatevi se la forma non è unta.
Primo perchè non dovrebbe essere oliata,
Secondo perchè la marca che si trova di più in giro in Italia, la Pentalux, che fa tortiere in alluminio dal prezzo avvicinabile (la Wilton fa roba stupenda... ma una tortiera da 18cm costa 20 euro!) non si sa perchè ha fatto tortiere per chiffon cake che NON vanno unte in acciaio antiaderente.

Io ora mi chiedo: PERCHE'?!?

La chiffon cake va tenuta capovolta per un pò... ecco, la mia si è sfranta sul tavolo come un polipo appena pescato. Ma cavolo... una che venga bene, mai?

Alla fine risulta che se la lasciate così magari sarà sì un pò meno ariosa, ma rimane comunque morbida. Però diamine che corna! Speriamo che l'antiaderente con il tempo vada via.

Io ho usato la ricetta che ha trovato mia madre e che, dopo una veloce ricerca mi pare sia questa.

Si presta a non tantissime ma alcune varianti (sostituendo l'acqua e aggiungendo aromi) , ne metto due per esempio:

All'arancia: Io ho sostituito l'acqua con una marmellata di arance amare sciolta con un pò di liquido in modo da essere fluida. Ho aggiunto l'acqua di arancio (quella che si usa per la pastiera) e la scorza di arancia nella farina. Se si ha e piace un pò alcolica, nel liquido si può mettere anche un pò di Grand Marnier o Curacao. Sopra si può guarnire o con zucchero a velo e scorza mescolati insieme o con una glassa all'arancia.  LA cosa forte è che la marmellata di arance spesso ha dentro pezzetti di scorza candita a lamelle... che poi si ritrovano nella torta.

Al caffè: Ho sostituito l'acqua con il caffè (che noi beviamo lungo, quello tedesco, altrimenti ovviamente va allungato, sennò è troppo forte) se ce l'avete e vi piace anche un goccino di caffè Borghetti (io non ce l'ho, quindi o faccio a meno o ci metto un pò di rum...).  Poi ho messo nella farina (cioè sostituito una parte, e lì dipende da quanto forte volete il sapore) un pò di quel cappuccino istantaneo che si trova da Lidl o al supermercato. Non ho provato ma forse mettere anche un pò di caffè liofilizzato potrebbe andare, non so. Questa torta ha un sapore di caffè molto delicato, non si sente molto e la morte sua è intinta proprio in un bel cappuccino istantaneo (che per me è il comfort food del pomeriggio, fatto rigorosamente con il latte e montato con il frullino...). La spuma si"aggancia" agli alveoli dell'impasto...slurp.

Prossimamente ne proverò una al cocco e una alla banana. Vediamo come vengono.



Nessun commento:

Posta un commento